Report anno 2019/2020 – Comunità di accoglienza per donne gestanti e donne con bambini “Casa di Tonia”

Il Progetto

Casa di Tonia è una Comunità di accoglienza di tipo residenziale, può ospitare 6 nuclei familiari (donne gestanti e madri con figli) e si propone:

  • L’accoglienza di nuclei (madri con figli) che necessitano un allontanamento dal proprio contesto a causa di violenze o per cause di problematiche socio ambientali;
  • L’accoglienza dei nuclei per ragioni di protezione del minore e/o di sostegno (pedagogico o psicologico) alla madre con un’attenzione alla valutazione delle funzioni genitoriali e alla relazione madre – bambino;
  • L’accoglienza di madre gestanti e nuclei senza fissa dimora.

La comunità rappresenta:

  • Un luogo di osservazione della relazione madre – bambino, indispensabile per offrire ai servizi pubblici tutte le informazioni per ripensare a una progettualità educativa per la famiglia;
  • Un luogo dove è garantita al minore la vicinanza alla mamma (fase di attaccamento), ma anche un’adeguata tutela e protezione,
  • Uno spazio in cui viene offerto un supporto specialistico per la ricostruzione della rete familiare (se positiva);
  • Un luogo in cui la mamma , oppurtaneamente e quotidianamente affiancata da educatori professionali e volontari, potenzia le sue capacità genitoriali ed acquisisce più consapevolezza della sua storia;
  • Un luogo in cui si offre un supporto alla costruzione di una rete sociale di riferimento più allargata che possa affiancare il nucleo anche dopo le dimissioni dalla comunità (famiglie di appoggio, volontari e conoscenza delle risorse territoriali…);
  • Un luogo per pensare al lavoro educativo con le mamme come una palestra per osservare, cercare di capire (cercare nel senso di ricercare), rilevare, ascoltare, promuovere, valorizzare, accogliere, accettare, comprendere la complessità e le ambivalenze delle situazioni.

Dal 2013 la comunità è accreditata e convenzionata con il Comune di Napoli. Si accede all’ospitalità su richiesta scritta ed inoltrata dai servizi sociali del territorio o dal tribunale per i minorenni che formulano una proposta d’inserimento in cui vengono definiti i tempi e i modi della comunità.

La metodologia educativa

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Il lavoro educativo nella Comunità è strettamente correlato alla dimensione della Cura come presa in carico della persona perchè coinvolge ogni ambito di vita. Gli educatori improntano la loro azione su atteggiamenti segnati dalla gratuità e dal pieno accoglimento della persona.

Al centro, pertanto , è posta la dimensione della relazione, la cui qualità traspare dal livello di fiducia e di libertà comunicativa ed espressiva, dal desiderio condiviso di progettualità, ma soprattutto dal rispetto e dalla capacità di ascolto dell’altro.

Elemento fondamentale del lavoro degli educatori è la realizzazione di una relazione il cui obiettivo fondamentale è mettere l’altro in condizione di agire nella propria vita, di raggiungere i propri obiettivi autonomamente, senza mai sostituirsi a loro. Si tratta di una rapporto basato sull’attesa paziente e sul rispetto dei ritmi di crescita delle persone, anche quando si tratta di effettuare interventi di tipo direttivo-correttivo, oppure proposte e suggerimenti, nella ricerca costante di scoprire ed evidenziare il meglio dell’altro.

L’impegno dell’èquipe è basato, inoltre, sull’osservazione e la verifica della relazione mamma-bambino e delle competenze genitoriali, per garantire la tutela del minore e per una costante progettazione, unitamente ai servizi invianti, volta a far acquisire alla madre una capacità ed una identità genitoriale, in grado di cogliere e comprendere i bisogni affettivi e materiali del proprio figlio. L’equipe offre un supporto alle madri anche per quanto riguarda la ricerca di un’occupazione lavorativa aiutandole e sostenendole affinché imparino a conciliare tempi, modi e bisogni personali con quelli dei propri figli.

Nella Comunità si parte dalla quotidianità, come metodologia e strumento per ogni agire educativo. La quotidianità, si svolge prevalentemente attraverso attività di accudimento dei bambini e disbrigo delle faccende domestiche, ma anche mediante la partecipazione ad attività mirate predisposte direttamente dalla struttura o organizzate con la collaborazione di altri enti. Si cerca di creare per i bambini un efficace ambiente educativo, attento a stimolare la crescita, ricco di opportunità affinché si curi e si protegga il legame familiare madre-figlio. Per questo motivo l’equipe interviene valorizzando l’esperienza educativa del qui e ora.
Al fine di garantire il buon esito del percorso educativo e il raggiungimento degli obiettivi che esso si propone, si realizzano precisi progetti di accoglienza individualizzati, per evitare il rischio di mettere in atto interventi improvvisati e scoordinati.
L’èquipe di educatori, inoltre,  articola il proprio intervento secondo il principio del lavoro di rete. Al fine di perseguire questa finalità la comunità  garantisce un buon lavoro di rete attraverso:

  1. Rapporti costanti con i servizi sociali territoriali del Comune di Napoli;
  2. Rapporti con la Procura dei Minori e il Tribunale per i Minorenni;
  3. Rapporti con il privato sociale;
  4. Rapporti con scuole ed asili;
  5. Rapporti con le Aziende Ospedalieri;
  6. Consorzi e servizi socio-assistenziali, consultori ASL NA 1;
  7. Centri Convenzionati con il Servizio Sanitario nazionale.

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